Il testo Maggioritario e la preservazione del Nuovo Testamento

 

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L’argomento

Mi interesso alla critica del testo del Nuovo Testamento ormai da moltissimi anni. La ritengo una materia importante ed il suo studio mi ha permesso da una parte di guardare con fiducia alla Bibbia, come Parola di Dio, da Lui ispirata e da Lui preservata; dall’altra di potermi destreggiare discretamente all’interno delle divergenze che compaiono fra le varie traduzioni o edizioni critiche.

Sono venuto a conoscenza dei problemi testuali quando sono passato, ancora giovanissimo, dalla lettura della vecchia Diodati (la mia prima Bibbia) alla Riveduta Luzzi. Le note di quest’ultima versione per giustificare l’assenza di alcuni versi presenti nella Diodati o le spiegazioni che parlavano di letture presenti in altri manoscritti antichi hanno suscitato la mia curiosità sull’argomento. Ne è seguita una ricerca durata anni e la lettura di tantissimi libri, disponibili purtroppo solo in lingua inglese.

Di recente ho regalato a mia moglie una Nuova Riveduta 2006 nella versione annotata e, con mia grande sorpresa, ho scoperto che i suoi editori hanno pensato bene di informare, mediante un copioso numero di note, sulle varianti testuali che presentavano delle divergenze con il testo da loro adottato. Sebbene l’iniziativa sia almeno lodevole, farlo così, senza che il lettore possa vantare anche una basilare preparazione o cognizione delle problematiche coinvolte, equivale ad equipaggiarlo di tutte le armi necessarie per combattere una guerra della quale non si conosce il motivo, contro un nemico del quale non si sa nulla.

In questo libro intendo sforzarmi di comunicare – nella maniera più semplice ed immediata che permette una materia fondamentalmente così complessa – al lettore della Bibbia di buona volontà, una quantità di informazioni  sufficienti per permettergli di muoversi all’interno di un campo molto controverso, utilizzando dei principi che sono in armonia con il credo cristiano, non prescindendo mai dalla convinzione che le Sacre Scritture siano la Parola di Dio.

Lo scopo di questo scritto non è la controversia.

I motivi che mi hanno spinto a scrivere non sono la polemica o la voglia di dibattere – sebbene io non abbia alcun timore ad esprimere la mia opinione ed a farlo con convinzione – bensì il mio entusiasmo per la maniera meravigliosa in cui Dio ha preservato la Sua Parola durante un viaggio che dura ormai da quasi duemila anni – parlo ovviamente solo del Nuovo Testamento – e la mia preferenza per il testo Maggioritario, che riterrei giusto fosse con cognizione di fatto[1] abbracciata anche da un maggiore numero di credenti.

Spero comunque che il mio lavoro, qualsiasi opinione possa intrattenere sull’argomento il lettore, potrà essere visto come un sincero sforzo per comunicare la certezza della maniera soprannaturale nella quale Dio ha consegnato la Sua Parola all’uomo del XXI secolo.

Lo scopo è sempre: “affinché l’uomo di Dio sia completo, pienamente fornito per ogni buona opera”.  (2 Timoteo 3:17 – Nuova Diodati)

Nonostante l’incredibile mole di studi disponibili in lingua inglese, in italiano non vi sono praticamente libri cui fare riferimento, tranne quello di Kurt e Barbara Aland che è sostanzialmente un (ovviamente ottimo) libro, scientificamente accurato, sebbene sostenga una visione del testo del Nuovo Testamento liberale e mostri un (comprensibile) forte spirito partigiano per il Nestle-Aland ed il testo delle United Bible Societies (sostanzialmente identici), indebitati, per chiudere il cerchio, al lavoro di ricerca degli Aland ed a quello di eminenti studiosi quali Bruce M. Metzger, Matthew Black, Carlo M. Martini, Allan Wikgren.

Eppure, sebbene in lingua italiana nessuno abbia sostanzialmente il coraggio (è la mia opinione, me ne scuso, ma la propongo per quella che è) di scrivere nulla in proposito, il bisogno si fa sentire sempre più pressante per un testo – qualsiasi posizione assuma – che spieghi i motivi delle differenze fra le varie traduzioni bibliche e il significato autentico di quelle note che riguardano l’inclusione o esclusione di questa o quella lettura che si trova o meno in alcuni antichi manoscritti.

Voglia il Signore, che questo mio studio, possa essere di aiuto a molti miei connazionali per pervenire ad una migliore conoscenza del testo biblico che leggono.

[1] Nelle nostre chiese la preferenza per il testo tradizionale delle Sacre Scritture è già istintiva. Secondo me si tratta dell’opera diretta dello Spirito Santo che non permette a nessuna complessa teoria di spodestare l’autorità di alcuni brani della Parola di Dio, quali ad esempio la chiusura di Marco o la storia dell’adultera nel Vangelo di Giovanni. Questo comportamento evidenza la testimonianza resa dalla Chiesa all’ispirazione di questi due brani, messi in dubbio dalla critica moderna e dal testo che fondamentalmente segue le premesse e teorie di quella.