Cenni storici
Ritornati dall’Egitto sotto la guida di Mosè, prima e Giosuè poi, il popolo di Israele si stanziò in Palestina. Diviso nelle sue dodici tribù conobbe periodi di fortuna alterna nel controllo del territorio. I libri di Giosuè e dei Giudici descrivono questo lungo periodo.
Durante il periodo dei Giudici, Israele non ebbe un re. Intorno all’anno 1030 a.C., però, il popolo elegge come re Saul. A lui succede Davide, il sovrano con il quale Israele sperimentò il periodo più brillante della sua storia. Egli unisce lo stato ebraico e stabilisce come capitale Gerusalemme.
A Davide succede al trono Salomone, suo figlio. Famoso per la sua saggezza, sarà lui ad edificare il Tempio di Gerusalemme.
Alla morte di Salomone, 10 tribù si ribellarono ed eleggendo come re Geroboamo, costituirono a Nord il Regno di Israele, nella mappa accanto. A Sud, le due tribù rimaste fedeli alla discendenza davidica formano il Regno di Giuda, con Roboamo come re, mantenendo Gerusalemme come capitale, nella mappa qui in blu.
Il Regno d’Israele fu annientato definitivamente dagli assiri nel 722 a.C. E’ a causa dell’estrema crudeltà della politica di conquista assira che il regno d’Israele non riuscirà più a risorgere da questa catastrofe. Gli assiri erano infatti soliti deportare i popoli vinti in massa e lasciare sul territorio conquistato la parte più povera della popolazione. Trapiantavano poi la loro gente per lo sfruttamento dei territori. Nel regno del Nord ciò diede origine a quel popolo, i samaritani, che nei secoli a venire sarebbero stati in forte contrasto con i giudei, come attesta ampiamente il Nuovo Testamento.
Nel VII secolo a.C. l’impero assiro lasciò il posto ad una nuova potenza. Il re babilonese caldeo Nabopolassar (625-605) si alleò con i Medi e insieme riuscirono nel loro intento di spodestare l’impero assiro. Nel 614 a.C. cadde la città di Assur, dalla quale secoli prima era originato il popolo assiro. Nel 612 fu distrutta la capitale Ninive. Crollato il nemico, Medi e Babilonesi si divisero i territori. Babilonia dominò a nord ed ad ovest, su tutta l’area siro-palestinese, giù fino all’Egitto. I Medi formarono ad Est un impero di notevoli dimensioni ma non altrettanto ricco e attivo come quello babilonese. Un periodo di particolare splendore per Babilonia sarà il lungo regno del figlio di Nabopolassar, Nabucodonosor, il quale sarà al potere per ben 43 anni. Egli porterà la sua nazione ad uno splendore superiore a quello conosciuta con il famoso re Hammurabi, secoli prima. Egli spogliò, in più campagne militari, il tempio di Gerusalemme e deportò il popolo giudaico in Babilonia, cominciando dai più nobili rappresentanti del popolo, tra i quali Daniele e i suoi tre compagni.
Vista la turbolenza dello stato ebraico e dei re vassalli che vi costituisce, il re babilonese è costretto a tornare per riaffermare la sua supremazia. Nel 586 a.C., Nebucadnesar, ormai stanco dell’infedeltà dei re di Giuda, distrusse la città di Gerusalemme e il maestoso tempio salomonico deportando il popolo in massa a Babilonia.
E’ la fine del regno di Giuda.
Il profeta Geremia aveva parlato chiaramente al regno di Giuda nella sua famosa profezia: “Tutto questo paese sarà ridotto in una solitudine e in una desolazione, e queste nazioni serviranno il re di Babilonia per settanta anni. Ma quando saranno compiuti i settanta anni, io punirò il re di Babilonia e quella nazione”, dice il SIGNORE, “a causa della loro iniquità; punirò il paese dei Caldei e lo ridurrò in una desolazione perenne.” (Geremia 25:11-12)
Daniele visse quella tremenda parentesi della storia ebraica che è la cattività babilonese. E’ fra i primi deportati del re Nebucadnesar, Daniele 1:1. Sebbene giovane e solo, in un mondo ostile alla sua cultura, insieme ai suoi tre compagni, rimase fedele alla Legge del suo Dio. La sua fedeltà gli valse il favore di Dio che lo fece depositario di alcune fra le più grandi profezie della Bibbia, come vedremo più avanti. Egli si guadagnerà anche il favore dei re babilonesi e persiani, ricoprendo cariche pubbliche di rilievo.
Nessuno dei successori di Nebucadnesar fu alla sua altezza. Il declino di Babilonia culminò nella disfatta per mano della potenza dei Medi e dei Persiani, riuniti sotto la guida di Ciro II il Grande, re di Persia. Il regno che Ciro riuscì a creare sarà ben più grande di quello babilonese. Comprenderà, infatti, i territori del regno dei Medi e quello dei Babilonesi insieme e ne annetterà altri, stabilendo una supremazia assoluta su quasi tutto il mondo allora conosciuto. La politica persiana però, a differenza di quella assira e babilonese, fu molto più lungimirante e tollerante. Lo stesso Ciro, come ci attesta il famoso reperto archeologico detto appunto Cilindro di Ciro, oggi esposto al British Museum, permise il ritorno a casa dei popoli tratti in cattività dai babilonesi.
La profezia di Geremia si era avverata con straordinaria precisione.
Il libro delle Cronache narra così:
“Nabucodonosor portò a Babilonia tutti gli utensili della casa di Dio, grandi e piccoli, i tesori della casa del SIGNORE, e i tesori del re e dei suoi capi. I Caldei incendiarono la casa di Dio, demolirono le mura di Gerusalemme, diedero alle fiamme tutti i suoi palazzi e ne distrussero tutti gli oggetti preziosi. Nabucodonosor deportò a Babilonia quanti erano scampati alla spada; ed essi furono assoggettati a lui e ai suoi figli, fino all’avvento del regno di Persia (affinché si adempisse la parola del SIGNORE pronunziata per bocca di Geremia), fino a che il paese avesse goduto dei suoi sabati; difatti esso dovette riposare per tutto il tempo della sua desolazione, finché furono compiuti i settant’anni. Nel primo anno di Ciro, re di Persia, affinché si adempisse la parola del SIGNORE pronunziata per bocca di Geremia, il SIGNORE destò lo spirito di Ciro, re di Persia, il quale a voce e per iscritto, fece pubblicare per tutto il suo regno questo editto: “Così dice Ciro, re di Persia: “Il SIGNORE, Dio dei cieli, mi ha dato tutti i regni della terra, ed egli mi ha comandato di costruirgli una casa a Gerusalemme, che si trova in Giuda. Chiunque fra voi è del suo popolo, sia il SIGNORE, il suo Dio, con lui, e parta!” 2 Cronache 36:18-23.
I libri di Esdra e Neemia ci raccontano come il popolo tornò dall’esilio e ricostruì con grande fatica prima il tempio e poi, a seguito del permesso concesso da uno dei successori di Ciro, Artaserse, anche la città e le mura di Gerusalemme, riappropriandosi così della sua propria identità nazionale.
Nel 333 a.C. Giuda passò dalla dominazione persiana a quella del macedone Alessandro Magno. Di lì a poco l’impero persiano sarebbe crollato davanti alla sua inarrestabile avanzata. Imbattuto sul campo, Alessandro morì, però, dieci anni dopo a Babilonia, ancora giovanissimo, dopo avere in brevissimo tempo conquistato praticamente tutto quanto c’era da conquistare. Il suo regno incorporava quello persiano, ma comprendeva anche l’Egitto, ovviamente la Macedonia, la Grecia e dall’altra parte, ad Est arrivava fin quasi in India. Nessuno prima di lui era riuscito a fare tanto e in così poco tempo. La sua prematura morte, portò allo smembramento del suo impero, che fu diviso fra i suoi generali.
La supremazia sulla Giudea passò alternativamente alla dinastia dei Seleucidi che regnava in Siria e quella dei Tolomei che regnava in Egitto. Le tensioni fra il sentimento religioso ebraico e le tendenze ellenizzanti dei sovrani egiziani e siriani, culminarono nella crudele repressione di Antioco IV Epifanie il quale, nel 168 a.C. profanò il tempio di Gerusalemme ponendo al suo interno un idolo di Giove che sembrava avesse comunque le sue sembianze. Giuda Maccabeo guidò la rivolta del popolo giudaico. Nel 164 a.C. Gerusalemme venne riconquistata e il tempio purificato e ridedicato al culto esclusivo a Yahweh. Con Simone, fratello di Giuda maccabeo, le cariche di sommo sacerdote e capo temporale vennero ufficialmente riconosciute come prerogative dei discendenti della famiglia asmonea. L’ultimo di questa dinastia, Antigono, venne giustiziato dai romani che nominarono re della Giudea Erode che passo alla storia come “il Grande”. Alla sua morte i territori vennero divisi fra i suoi figli, Erode Antipa, Archelao ed Erode Filippo, in carica durante il ministero di Giovanni Battista e di Gesù.
Le rivolte giudaiche che seguirono, anni dopo, in seguito allo scontento del popolo ormai in balia dei governatori romani, culminarono con la distruzione della città di Gerusalemme e del tempio – predetta da Gesù – nel 70 d.C. ad opera di Tito.
La desolazione dello stato ebraico durò per circa due millenni. Nel 1948 fu costituito lo stato di Israele, che esiste fino ad oggi.
Qui di seguito propongo uno schema degli eventi storici appena discussi.
|